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La crisi del trecento e la peste nera.

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In Europa la struttura del sistema economico-feudale si sta indebolendo sempre più, soprattutto a causa delle carestie che hanno portato allo spopolamento delle campagne. Infatti la produzione agricola non basta per rispondere al fabbisogno dell’enorme popolazione, in costante crescita da tre secoli. A partire dal biennio 1315-1317, a peggiorare la situazione, arrivano le incessanti piogge, che distruggono i terreni coltivati, oltre a causare carestie. Pertanto i prezzi dei beni primari, in particolare quelli dei cereali, aumentano notevolmente. I contadini si ritrovano così a migrare nei centri urbani per sopravvivere.

Qualche decennio dopo, le pessime condizioni igienico-sanitarie portano il flagello della peste.

Nel Medioevo la peste (in latino “pestis”, “morte”) indicava diversi tipi di gravi malattie, quali: peste bubbonica, setticemica e polmonare, trasmesse principalmente a causa delle vie commerciali e della mancanza di igiene.

La peste viene definita “nera” perché lasciava delle macchie scure sulla pelle.

Thomas Robert Malthus, economista e demografo, studia la popolazione di quegli anni, affermando che la popolazione cresce in maniera geometrica. Le famiglie hanno molti figli (poiché non esistevano i contraccettivi) perciò i campi non possono sfamare tutti i cittadini. La peste dimezza il popolo, facendo registrare più morti della guerra. Non vi sono cure, gli unici strumenti sono il distanziamento e la quarantena che sono i medesimi usati ancora oggi per contrastare il Covid-19).

Come per tutti i flagelli si cerca un capro espiatorio e le persone accusano Dio, ma anche gli ebrei, ipotizzando un assurdo complotto. I risvolti “positivi” della peste non tardano ad arrivare.

In primo luogo il crollo demografico placa le carestie: le coltivazioni riescono a sfamare tutti, ora che la popolazione è ridotta. Per questo motivo anche i salari si alzano e vi sono più posti di lavoro.

Nasce poi la “Mezzadria” (“Colui che divide a metà”), dove il “Concedente”, il proprietario del terreno, concede le sue terre da coltivare al “Mezzadrio”, il contadino, in cambio di una parte del raccolto. Questo scambio può avvenire anche con il bestiame e, in questo caso, prende il nome di “Soccida”.

Un altro risvolto “positivo” della peste è la nascita della contabilità e quindi anche la fine del baratto. Essa consiste nel registrare le spese ed i ricavi; parallelamente nascono la partita doppia e le attività finanziarie.

La partita doppia è una duplice registrazione delle entrate e uscite del denaro, mentre le attività finanziare sono gestite dalle ricche famiglie che prestano grandi somme di denaro, ma con altissimi tassi d’interesse, guadagnando. Prestano soldi anche alle famiglie reali, mandandole in rovina.


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